Giulietta e Romeo: metafora dell’amore che stravolge un sistema di relazioni sociali
Non solo. Esempio di passione che si identifica con la pace, tanto quanto è la guerra, la guerra civile o l’antagonismo fra clan rivali, il principale ostacolo alla realizzazione dell’unione fra i due giovani protagonisti.
Il testo skakesperiano ribalta il contenuto di molte novelle rinascimentali, in cui la morale imponeva ai giovani di evitare i rischi dell’amore. Il drammaturgo inglese, invece, dà all’amore connotati “trasgressivi” e fondanti di nuovi ordini, di altri comportamenti sia maschili, sia femminili.
Ma vediamo la storia. Siamo a Verona. Sullo sfondo la rivalità tra due famiglie: Capuleti e Montecchi.
Romeo, figlio ed erede della famiglia Montecchi, ha perso la testa per Rosalina. Per questo viene deriso dai suoi amici Benvolio e Mercuzio. Intanto Capuleti, il capo della famiglia rivale organizza un gran ballo per far conoscere sua figlia Giulietta al Conte Paride, cui è stata promessa sposa.
Anche Romeo partecipa alla festa, sperando di incontrare la bella innamorata, Rosalina. Ma vede e si innamora all’istante di Giulietta. Cupido ha toccato i due giovani.
Al termine della festa Romeo si nasconde sotto il balcone della fanciulla, che sente parlare da sola a voce alta. Si è innamorata anche lei. Ma è consapevole che la sua passione è senza speranza. Allora Romeo le parla a cuore aperto e cerca di convincerla a sposarlo.
Il giorno successivo ed in segreto i due si uniscono in matrimonio con frate Lorenzo.
Tebaldo, cugino di Gulietta, ha saputo che Romeo ha partecipato alla festa dei Capuleti, ed è inviperito. Incontra Mercuzio. Lo provoca, fino a far intervenire Romeo. Le parole pesanti portano alla lite. Ma il ragazzo sente di non odiare più i Capuleti. Non vuole battersi. Lo fa al posto suo Mercuzio, ignaro dell’amore di Romeo per Gulietta, che vede strano il suo compagno d’ami e di scherzi. Romeo cerca di sedare la lite, ma involontariamente permette a Tebaldo di uccidere Mercuzio. A quel punto, Romeo si vendica e uccide l’avversario.
I due giovani innamorati trascorrono la loro unica notte di passione. Il giorno successivo Romeo fugge a Mantova.
Intanto i preparativi per le nozze di Giulietta col suo promesso sposo sono agli sgoccioli. La ragazza, addolorata, chiede aiuto a frate Lorenzo che la soccorre con uno stratagemma. Le dà una pozione che la fa cadere in un sonno solo in apparenza eterno.
A Mantova Romeo sa che Giulietta è morta. Il frate, viene a sapere che al ragazzo non è stata detta la verità sul finto veleno. Romeo pensa solo di farla finita. Si procura del veleno e torna a Verona per morire accanto a Giulietta.
Giunto sulla tomba della ragazza incontra Paride e, provocato, lo uccide. Poi beve il veleno e muore subito accanto alla sua amata. ….”occhi miei guardate per l’ultima volta ! braccia, serratevi nell’ultimo abbraccio! E voi, o labbra, che siete la porta del respiro, sigillate con un legittimo bacio il contratto senza termine con la Morte divoratrice” (Romeo). Giulietta si sveglia e, ahimè, vede il suo amante morto. Disperata si trafigge col suo pugnale. “Ah, benedetto pugnale! Questa è la tua guaina. Qui arrugginisci, e lasciami morire” (Giulietta).
Accorre frate Lorenzo. Che racconta la verità alle due famiglie. Da quel giorno i due clan rivali non si faranno più la guerra.