Giulio Cesare e le donne
La calvizie non inficiava il suo fascino. Anzi, associata al potere, lo rendeva ancora più attraente. E poi, il padrone di Roma, aveva trovato un espediente per nascondere la capigliatura che aveva cominciato a diradarsi già quando era giovane. Portava i pochi peli che spuntavano sulla sua testa in avanti, pettinati verso la fronte. E così le donne continuavano a desiderarlo.
Si tratta di Giulio Cesare ( 100 a.C- 44 a.C) che, secondo quanto scrive Eva Cantarella nel suo libro Dammi mille baci (Feltrinelli), sembra sia stato un grande tombeur de femmes. Le donne lo trovavano irresistibile. Ma perché ? Sì, era imperatore. Ma, pare fosse anche carino, oltreché intelligente e determinato. “Velleio Patercolo – si legge nel libro – dice che Cesare era il più bello dei cittadini romani. Altre fonti lo descrivono come un bell’uomo, seppure non di straordinaria bellezza. Svetonio racconta che era di statura alta, ben proporzionato, con il colorito chiaro e il viso un po’ troppo pieno”. Non solo, pare che il grande stratega romano venisse scambiato per un effeminato. Ma questo aspetto non allontanava le donne, che correvano dietro di lui, attratte dai suoi penetranti occhi neri. Si legge nel libro: “La voce popolare diceva che in gioventù era stato l’amante – o meglio l’amato di Nicomede, re di Bitinia”.
Ma vediamo quali furono le donne, quasi sempre sposate e appartenenti a famiglie illustri, addirittura regine, che caddero nella sua trappola. Cleopatra ed Eunoe, moglie di Bogude, re di Mauritania. Postumia, moglie di Servio Sulpicio, Lollia, moglie di Aulo Gabinio, Tertulla, moglie di Marco Crasso, Muzia, consorte di Gneo Pompeo.
Ma qualche volta si innamorò veramente? Molte volte si vendicava di qualche avversario. Altre volte il suo era un semplice divertimento. Di sicuro, anche lui si innamorò.
Secondo la docente di diritto greco antico all’Università di Milano, si invaghì di Cleopatra, regina d’Egitto e amò teneramente la prima delle sue tre mogli, Cornelia, figlia di Cinna, che aveva sposato per convenienza. La donna morì di parto.
Ma le avventure furono tante e di breve durata. La relazione più duratura fu quella con Servilia, madre di Bruto, uno dei suoi assassini. Tutti a Roma erano a conoscenza di questa storia. E Cesare non la nascondeva. “Una volta – scrive Cantarella – durante il suo primo consolato, aveva regalato a Servilia una perla del valore di sei milioni i sesterzi. Durante le guerre civili aveva fatto sì che le venissero assegnate all’asta racchissime proprieità, a prezzi ridicolmente bassi. Un’altra volta , aveva addirittura dato pubblica lettura di una missiva amorosa che Servilia gli aveva fatto recapitare in senato: uno dei suoi avversari lo aveva accusato di ricevere informazioni segrete, e Cesare, tra le risate generali, aveva letto il contenuto del messaggio”.
Si dice anche che fu Servilia, non più giovane, a favorire una tresca tra lui e sua figlia Terzia, pur di tenerlo stretto a sé.